L’analisi dei bilanci di 2.800 imprese di Massa-Carrara per l’esercizio 2023 mette in risalto una solida redditività, con un utile netto al 5,5% del valore della produzione. Un risultato, di poco superiore alla media della Toscana Nord-Ovest, che conferma la capacità del tessuto imprenditoriale di generare margini e mantenere un’efficace gestione economico-finanziaria. Hanno totalizzato 5,3 miliardi di euro di produzione e un utile netto di quasi 300 milioni. Lo studio è stato realizzato da Camera di Commercio su un campione di imprese relativamente ai bilanci degli esercizi 2022 e 2023. All’orizzonte interventi per portare le realtà territoriali a essere sempre più competitive.
“L’aumento dei tassi di interesse e della pressione fiscale ha frenato la competitività delle imprese – sottolinea Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest – rendendo ancora più urgente rafforzare il sostegno agli investimenti strategici. E a breve attiveremo una serie di bandi per digitalizzazione, innovazione e internazionalizzazione: strumenti per migliorare l’efficienza aziendale e creare nuove opportunità, soprattutto per piccole e medie imprese. Il nostro obiettivo è accompagnarle in questo percorso di trasformazione, offrendo incentivi concreti per l’adozione di tecnologie avanzate e modelli di business più sostenibili”. Per le 2.800 imprese apuane, nonostante un contesto più fragile rispetto a Pisa e Lucca, è ok la solidità patrimoniale: il patrimonio netto ha raggiunto il 48,5% dell’attivo, valore più alto tra le 3 province. Ma la maggior parte degli indicatori economici ha mostrato segnali di indebolimento, mentre l’utile netto è sceso dal 6,2% al 5,9% del fatturato, penalizzato dalle difficoltà di micro e piccole imprese. Il rendimento del capitale investito è sceso dal 6,4% al 6% e la produttività del lavoro è calata di un punto per l’aumento delle spese per il personale.
Il fatturato della cantieristica nautica segna +21%, un miglioramento dell’utile e il rafforzamento di tutti i principali indicatori di bilancio. Di contro, la filiera lapidea ha registrato un andamento negativo. Il comparto della trasformazione ha subito una contrazione del 7% del fatturato, dovuta in particolare alla flessione dell’export, con conseguente riduzione dell’utile, che resta elevato. Più critica la situazione del settore estrattivo: fatturato calato del 12%, utile sceso dal 7,5% al 6,9% del fatturato. Per quanto riguarda poi la struttura dei costi a livello provinciale, il 75,2% del valore della produzione è destinato alla loro copertura per l’acquisto di materie prime e servizi. Anche il costo del lavoro, che pesa per il 14% sul valore della produzione, rientra nei parametri, indice di gestione equilibrata delle risorse umane rispetto al fatturato generato. Buone notizie per la solidità finanziaria, che per le imprese apuane è superiore alla media della Toscana Nord-Ovest. Indice di una maggior capacità di autofinanziamento e una minore dipendenza dal capitale di terzi. Nell’area si è assistitito a un incremento dell’imposizione fiscale che ha raggiunto nel 2023 il 29,5% del risultato ante imposte, dal 27,5% dell’anno precedente. Se in provincia, in generale, la pressione fiscale è rimasta pressoché identica all’anno precedente, ci sono situazioni differenziate tra le dimensioni aziendali: nelle micro il peso fiscale è accresciuto, è calato sia tra le piccole che le medio-grandi. Più in dettaglio, il carico fiscale delle micro è passato dal 29,3% del risultato ante imposte del 2022 al 36,4% del 2023. In termini assoluti ogni micro impresa ha versato quasi mille euro in più delle omologhe di Toscana Nord-Ovest. Quanto alle piccole imprese, il carico fiscale è sceso in 12 mesi dal 32,1% al 30,7% sui rispettivi risultati ante imposte. Per le medio-grandi, oneri fiscali diminuiti dal 26,4% al 24,7%, contributo medio di 721 mila euro.
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