Borsa: Casasco, Milano diventi l’hub delle Pmi in Euronext




Maurizio Casasco, Forza Italia

Milano, da sempre cuore pulsante della finanza italiana, rischia di vedere ridimensionato il proprio ruolo all’interno del gruppo Euronext. A sollevare con forza il problema è stato l’onorevole Maurizio Casasco, responsabile economico di Forza Italia, con un’interpellanza alla Camera al ministero dell’Economia che ha acceso un dibattito politico e istituzionale destinato a far discutere.

L’interpellanza di Casasco: difendere Milano e l’economia reale

In occasione del cinquantesimo anniversario di Consob, Casasco ha lanciato l’allarme in Aula: “La Borsa di Milano, parte integrante del gruppo Euronext, è un’infrastruttura essenziale che aiuta le imprese italiane a raccogliere capitale presso gli investitori. Il gruppo Euronext nasce come gruppo federale e non come gruppo accentrato a Parigi”.

L’onorevole ha sottolineato il rischio che alcune funzioni cruciali — come la vigilanza real time e post-trade, oltre alle autorizzazioni per listing azionari e obbligazionari — possano essere trasferite all’estero. Casasco ha proposto che Milano diventi l’hub europeo per le Pmi, con un focus specifico su small e mid cap: “L’Italia è il Paese delle Pmi e le ha sempre difese in Europa. Sarebbe logico che tutte le imprese con capitalizzazione sotto il miliardo di euro avessero Milano come punto di riferimento”.

La risposta della sottosegretaria Savino

La sottosegretaria Sandra Savino (FI) ha rassicurato l’Aula: “La valorizzazione dei mercati finanziari italiani è una priorità strategica per il governo. Con la legge Capitali e la riforma della legislazione finanziaria, stiamo creando un ambiente più attrattivo e competitivo per le imprese italiane”.

Savino ha elencato alcune iniziative positive, come il trasferimento del Core Data Center del gruppo da Londra a Bergamo, il rafforzamento della piattaforma Elite e la centralità di Mts nel trading obbligazionario. Secondo la sottosegretaria, non ci sarebbero segnali evidenti di un’erosione del ruolo di Milano: “Non emergono evidenze riguardo il trasferimento di funzioni rilevanti da Milano verso altri mercati né cambiamenti sostanziali rispetto al modello federale”.

La controreplica di Casasco: prevenire è meglio che curare

Casasco ha apprezzato la risposta ma ha mantenuto la guardia alta: “Il trasferimento della piattaforma di settlement non è un vero vantaggio se poi svuotiamo Milano delle funzioni di alto valore aggiunto. A noi serve mantenere su Milano il maggior valore aggiunto, soprattutto per il listing autorizzativo azionario e obbligazionario”.

L’onorevole ha ribadito che la vera forza di Milano sta nell’essere un ponte diretto tra imprese e risparmio: “È inutile che ci diano la centrale dati se poi le decisioni cruciali si prendono altrove. Meglio prevenire che preoccuparci dopo”.

La polemica con Freni: Milano non è solo un’infrastruttura

A gettare benzina sul fuoco è stato il sottosegretario Federico Freni, che ha minimizzato il rischio di un ridimensionamento: “Io personalmente questo rischio non lo vedo. Borsa Italiana è solo un’infrastruttura che gestisce il mercato, non è il mercato”.

Una dichiarazione che non è piaciuta a Casasco: “Non mi trovo concorde con quanto affermato dal sottosegretario Freni. La Borsa di Milano non è ‘solo un’infrastruttura’, ma è l’infrastruttura principale per accedere al mercato regolamentato e avere contatto diretto con gli investitori. Senza una buona Borsa italiana, si rischia di limitare l’accesso delle imprese alla risorsa risparmio”.

Uno snodo fondamentale per il futuro della finanza

La vicenda evidenzia un tema fondamentale per il futuro dell’Italia: il ruolo della finanza come leva di sviluppo industriale. Casasco ha posto l’accento sulla necessità di un monitoraggio costante delle scelte di Euronext, sottolineando il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti come azionista rilevante: “Cdp ha la possibilità e il dovere di scegliere candidati di alta professionalità per il board di Euronext, per garantire che il risparmio italiano vada a sostegno dell’economia reale italiana”.

In un contesto geopolitico ed economico complesso la difesa della centralità di Milano in Euronext diventa una battaglia simbolica ma concreta per preservare l’autonomia finanziaria italiana e garantire alle imprese — soprattutto alle Pmi — un accesso diretto al capitale.

Se da una parte il Governo rassicura,

dall’altra la vigilanza costante invocata da Casasco sembra una richiesta di buon senso: meglio intervenire oggi per non dover rimpiangere domani il depotenziamento di una delle piazze finanziarie più importanti d’Europa.



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