«Noi donne facciamo un po’ da moderatore, lo vedo nel rapporto anche familiare tra mio fratello e mio padre; insomma abbiamo una sensibilità superiore nel gestire anche le situazioni interne».
A portare la propria testimonianza di imprenditrice è Greta Gatti, classe 1993, presidente dei Giovani industriali di Piacenza e dall’età di 29 anni amministratrice delegata di Steel Spa, azienda fondata dal padre e dallo zio nel 1995; occasione dell’intervento, l’incontro in Provincia dedicato all’andamento socioeconomico del primo semestre 2024 e al quadro dell’imprenditoria femminile del territorio piacentino.
La sua esperienza nell’azienda di famiglia è iniziata nel 2013, in un settore, quello della commercializzazione dell’acciaio, prettamente legato all’ambiente maschili, ma dove stanno avanzando anche figure femminili, sottolinea Gatti, insieme alla tranquillità con cui ha approcciato l’incarico al vertice: «Non c’è stata nessuna preoccupazione da parte mia, ma anzi anche un po’ un riscatto nel mio settore, quale rappresentare, finalmente, una imprenditrice donna nel siderurgico».
Tra i punti evidenziati come valore aggiunto, sottolineati anche dal professor Paolo Rizzi (Università Cattolica) a commento del focus piacentino su donne e imprese, «sicuramente il lato razionale del femminile, insieme all’essere più attivi nel sociale» spiega Gatti. «Mi rendo conto che ho voluto inserire un consiglio di amministrazione al cinquanta per cento femminile e al cinquanta per cento maschile, poi c’è anche l’impatto della relazione umana con i dipendenti; io faccio spesso riunioni, anche per anche vedere la soddisfazione da parte dei dipendenti e capire se hanno delle idee in merito, cosa che, secondo me, viene gestita meglio a livello di sensibilità femminile».
Rispetto alla reazione dell’ambiente di fronte a una giovane donna che riveste questo incarico «sicuramente non è semplice – risponde l’imprenditrice – io quello lo ammetto. La discriminazione c’è e i ruoli di alta dirigenza o anche degli amministratori stessi sono quasi del tutto maschili; è Il fatto di farsi prendere in considerazione e di dimostrare di avere le capacità necessarie per rappresentare il ruolo».
«Anche quello che abbiamo fatto oggi – conclude – credo comunque che rappresenti una sensibilizzazione. Dipende anche dagli imprenditori stessi, che magari vogliono finalmente introdurre dei ruoli importanti e di rilevanza per investire nell’imprenditoria, ma anche nella figura femminile all’interno dell’azienda».
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