
Indagine sull’accesso al credito delle imprese: le aziende segnalano tassi di interesse più bassi a fronte di una minore necessità di prestiti bancari
- Le aziende hanno segnalato un calo dei tassi di interesse sui prestiti bancari, indicando al contempo un ulteriore leggero inasprimento delle altre condizioni di prestito.
- Il divario nei finanziamenti dei prestiti bancari è rimasto pressoché invariato, con le aziende che segnalano una minore necessità di tali prestiti insieme a un leggero calo della disponibilità.
- Le aspettative di inflazione mediana delle aziende a un anno di distanza sono diminuite leggermente al 2,9%, rispetto al 3% precedente, mentre le aspettative di inflazione mediana a tre e cinque anni di distanza sono rimaste invariate al 3,0%.
L’allentamento della politica monetaria si sta trasmettendo alle imprese
Nell’ultima edizione dell’Indagine sull’accesso al finanziamento delle imprese (SAFE), relativa al primo trimestre del 2025, le imprese dell’area dell’euro hanno segnalato una diminuzione netta dei tassi di interesse sui prestiti bancari (-12% netto, rispetto al -4% netto del trimestre precedente), a indicare che l’allentamento della politica monetaria si sta trasmettendo alle imprese.
Allo stesso tempo, il 24% netto (22% netto nel trimestre precedente) ha osservato un aumento degli altri costi di finanziamento (ossia oneri, commissioni e commissioni).
In questa tornata di indagini, le imprese hanno indicato una riduzione del fabbisogno di prestiti bancari (-4% netto, invariato rispetto al quarto trimestre del 2024, Grafico 2). Allo stesso tempo, le imprese hanno segnalato una disponibilità di prestiti bancari sostanzialmente stabile (-1% netto, in calo rispetto al 2% netto del trimestre precedente).
Ciò ha lasciato il gap di finanziamento dei prestiti bancari – un indice che cattura la differenza tra il fabbisogno e la disponibilità di prestiti bancari – sostanzialmente invariato (-1% netto, dopo l’1% netto della precedente tornata di indagini). L’attuale indicatore composito del gap di finanziamento – che include prestiti bancari, linee di credito e credito commerciale, nonché titoli di debito e azioni – sta raggiungendo livelli storicamente associati a periodi di allentamento della politica monetaria. Guardando al futuro, le imprese prevedono un modesto miglioramento della disponibilità di finanziamenti esterni nei prossimi tre mesi.
Prospettive economiche generali
Le imprese hanno continuato a percepire le prospettive economiche generali come il principale fattore che ostacola la disponibilità di finanziamenti esterni, come nella precedente indagine (-21% netto, rispetto a un -22% netto). Il 7% netto delle imprese ha indicato un miglioramento della propensione al credito delle banche (in calo rispetto all’8% netto della precedente indagine).
Il 6% netto delle aziende ha segnalato un aumento del fatturato negli ultimi tre mesi, invariato rispetto alla precedente tornata di sondaggi, con una percentuale significativamente più alta di aziende ottimiste sugli sviluppi del prossimo trimestre (un 30% netto, in aumento rispetto all’11% netto). Un numero maggiore di aziende ha registrato un peggioramento dei propri utili rispetto alla precedente tornata di sondaggi (un -16% netto, in calo rispetto al -14% della precedente tornata di sondaggi). L’indagine indica che anche la percentuale netta di aziende che segnalano crescenti pressioni sui costi è aumentata negli ultimi tre mesi.
Le aspettative delle imprese sui prezzi di vendita
Le aspettative delle imprese sui prezzi di vendita nei prossimi 12 mesi sono rimaste invariate, mentre le aspettative sui costi salariali sono leggermente diminuite, trainate dalle minori pressioni previste nel settore dei servizi (grafico 3). In media, le aspettative delle imprese sui prezzi di vendita sono rimaste invariate al 2,9%, mentre il valore corrispondente per i salari è stato del 3,0% (in calo rispetto al 3,3% della precedente rilevazione). Allo stesso tempo, le imprese hanno segnalato un leggero aumento degli altri costi di produzione (4%, in aumento rispetto al 3,8% della precedente rilevazione).
Aspettative di inflazione
Le aspettative di inflazione delle imprese a breve termine sono leggermente diminuite, pur rimanendo invariate su orizzonti più lunghi (grafico 4). Le aspettative mediane per l’inflazione annua a un anno sono diminuite di 0,1 punti percentuali al 2,9%, mentre quelle a tre e cinque anni sono rimaste invariate, attestandosi al 3,0%. Per l’inflazione a cinque anni, un minor numero di imprese ha segnalato rischi bilanciati (il 30%, in calo rispetto al 33% della precedente rilevazione). Una percentuale maggiore di imprese ritiene che i rischi per l’inflazione a cinque anni siano orientati al rialzo (il 55%, in aumento rispetto al 51% della precedente rilevazione), il che si è riflesso in un calo della percentuale di coloro che percepiscono rischi al ribasso (il 14%, in calo rispetto al 16%). …
Accesso al credito delle imprese (foto da Pexels)
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