16 Aprile 2025
Una Blue economy a pieni polmoni: “Supportare le imprese nel segno della cooperazione”. Fare sistema è fondamentale perché il motto “piccolo è bello” non è più attuabile


Promuovere la cultura d’impresa e il supporto alla progettazione ma soprattutto fare sistema perché il motto “piccolo è bello”, che forse andava ancora bene una trentina d’anni fa, non è davvero più attuabile. Una mattinata di presentazioni e confronto quella organizzata nei locali del Terminal Crociere organizzata da Regione Liguria e Polo Dltm alla presenza delle aziende vincitrici dei bandi nell’ambito de “I progetti Europa ‘27 per la Liguria”. Una carrellata per illustrare i migliori risultati della ricerca e delle innovazione nel campo della Blue Economy che saranno realizzati anche grazie ai fondi PR FESR 2021-2027 azione 1.1.1. Su cosa vertono i progetti finanziati e quale ricaduta avranno sul territorio di riferimento soprattutto in tema di innovazione sono state la quaestio discusse in mattinata. Al presidente del Dltm, Lorenzo Forcieri l’incombenza di introdurre i temi, partendo ovviamente dall’inizio: “Abbiamo la presenza di alcune esperienze nella nostra realtà che sono piccole ma che sono estremamente importanti. Aziende che da sole però non ce la farebbero e per questo vanno sostenute. Questo è il merito dei risultati che abbiamo raggiunto. Ci sono voluti alcuni anni, dal 2005-2009, per vincere le resistenze e dare concretezza a questa visione. Così abbiamo messo assieme conoscenze e consentito che le imprese del territorio ricevessero contributi per 100 milioni. Il nostro polo rispecchia pienamente la vocazione della Liguria che ha nelle industrie manufatturiere un fattore storico. Mi ha particolarmente colpito la giovanissima età dei ricercatori che hanno partecipato ai progetti, che costituisce la maggior garanzia anche per il futuro. Il nostro auspicio è continuare su questa strada. Oltre a questo, desideriamo evidenziare il fruttuoso rapporto fra Polo Dltm e Regione Liguria, che genera ricadute positive sul tessuto imprenditoriale del territorio. Siamo uno dei cinque Poli di innovazione e sviluppo regionali: un ruolo che ci porta a diventare promotori della crescita e della ricerca, facendo da tramite fra impresa ed istituzioni e supportando costantemente i nostri soci nelle occasioni di finanziamento. “.

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Cristiana Pagni rappresenta uno spaccata di imprenditoria vincente e attiva: “Il Distretto rappresenta una grande parte della nostra Blue Economy, il Consorzio Tecnomar che rappresenta, dal canto suo, associa piccole e medie imprese del mare e partecipa alla governance del Distretto. I nostri obiettivi sono chiari: promuove la cultura di impresa, supportare l’imprenditorialità, fare un’analisi del fabbisogno, lavorare sulla promozione alla cooperazione e naturalmente dare supporto alla progettazione. Fare sistema per noi piccoli è fondamentale, altrimenti non si può andare oltre. Serve cooperare anche secondo i bandi di ricerca che servono proprio per questo. Tutto questo lo possiamo fare nei nostri uffici: il Consorzio sostiene l’innovazione, le imprese la guidano in quanto start up tecnologiche. Cerchiamo soprattutto di far capire che “internazionale” non significa vendere un prodotto all’estero ma trovare una dimensione internazionale, anche trovando il giusto partner con cui collaborare. Perché spesso le nostre aziende pensano che basta vendere prodotti all’estero sia internazionalizzazione. Partecipiamo alle fiere, abbiamo un rapporto importantissimo con il mondo delle università e gli enti di ricerca. E siccome il 42% di chi ne fa parte sono microaziende è ancor più chiara la necessità di lavorare insieme. L’ideale è che le micro diventino piccole, che le piccole diventino medie, etc.. Abbiamo promosso Seafuture che ora è cresciuta ma quella manifestazione nasce anche per favorire la messa in vetrina delle piccole e medie imprese proprio per far conoscere quel prodotto alle grandi realtà”.

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 I Progetti Europa '27 per la Liguria Ricerca e Sviluppo: convegno al Terminal Crociere

 

La fotografia sulla Blue Economy spezzina spetta a Paolo Faconti, direttore di Confindustria: “Avere qui questa attività di ricerca è fondamentale per l’economia. Nella nostra provincia si è consolidata l’economia del mare che è pari al 17% dell’economia totale del Paese. Oggi rappresenta il 26% degli occupati, oltre 16mila persone, e le imprese sono oltre 3000 con incremento del 5% rispetto al 2023. C’è un tessuto imprenditoriale attento a raccogliere le opportunità che il mercato fornisce. Cosa vuol dire imprese dell’economia del mare? Noi in provincia abbiamo una specificità, quella della cantieristica dei superyacht. Il 51% del fatturato mondiale è italiano e la nostra provincia ne copre una grandissima parte. C’è poi la filiera, l’ecosistema imprenditoriale che si è costruito negli anni all’interno di questo comparto”. E, giusto per rimanere nella piena attualità, “sull’utente dei superyacht i dazi non incideranno”. Faconti ricorda come Confindustria in questi anni abbia voluto affrontare il tema degli sviluppi in modo monoscientifico: “Lo studio Ambrosetti ha evidenziato criticità e sei punti di forza. Abbiamo azionato attività azioni di ascolto. E all’interno del concetto di Blue economy non possiamo non considerare il fattore turismo: 650mila crocieristi e 1,2 milioni di turisti ha dormito alla Spezia nel 2024. Il calo demografico è invece un fattore di debolezza, il saldo è di -4000 persone per il prossimo anno. E poi c’è il tema del limite infrastrutturale così come quello della frammentazione del tessuto imprenditoriale. Ecco perché lo slogan “piccolo è bello” va adattato al 2025/30: l’aggregazione fra piccoli è la sfida per rimanere competitivi. Le start up devono crescere anche attraverso l’aggregazione. Infine sottolineiamo un altro dato su cui dover lavorare che emerge dallo Studio Ambrosetti: la carenza di alloggi che penalizza la volontà di aziende importanti che fanno assunzioni rilevanti” ma si trovano a dover risolvere anche la questione alloggiativa. Faconti fa un accenno al tema delle prospettive, partendo dal comparto difesa: “La Spezia è il polo più importante d’Italia perché somma quella terrestre con Leonardo e Marina Militare alla nascita del Polo nazionale della Subacquea che ad oggi ha assegnato otto bandi di ricerca a 89 soggetti economici e di questi 89 ben 22 sono realtà universitarie e centri di ricerca”.

 

 I Progetti Europa '27 per la Liguria Ricerca e Sviluppo: convegno al Terminal Crociere

 

La casistica dei progetti vincitori del co-finanziamento è ampia: si va dagli scafi alla molluschicoltura passando per la riduzione dei fumi delle imbarcazioni e la propulsione elettrica, per citare soltanto alcune delle proposte. Solide basi anche per il futuro sviluppo e la competitività della Blue Economy ligure.

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“Giunge al termine con la tappa spezzina al Distretto delle Tecnologie Marine il ciclo di presentazioni regionali dei progetti avviati grazie ai bandi Fesr dedicati alle imprese aggregate ai cinque poli liguri – spiega il consigliere delegato allo Sviluppo economico Alessio Piana – Un’opportunità che, per quanto riguarda il Dltm, genererà oltre 16 milioni di investimenti in ambito di blue economy. Numeri importanti che ci spingono a proseguire, con rinnovato spirito, su questa strada anche per il futuro, stimolando la sinergia tra grandi imprese con le piccole e medie, in modo da formare una catena del valore che possa contribuire alla crescita della competitività regionale”.

Le aziende e i loro progetti finanziati:

Sma-Rty Italia Srl “MTCOM – Marine terrestrial 5G Communications for Autonomous Drones”
Partner: Edgelab  S.r.l., Sitep Italia, Università degli Studi di Genova

MTCOM è un progetto innovativo sviluppato da SMA-RTY, Sitep, Edgelab, Infocom e l’Università di Genova che integra tecnologia 5G e droni marini di superficie dotati di sensori, per migliorare la gestione delle aree portuali. Il sistema consente di controllare in tempo reale lo stato delle acque e la sicurezza del porto, permettendo di rilevare tempestivamente rischi potenziali, prevenire incidenti e controllare l’inquinamento delle acque. Il Golfo della Spezia, caratterizzato dalla coesistenza di attività militari, turistiche e industriali, rappresenta il contesto ideale per testare questa tecnologia, mostrando come possa rendere i porti più sicuri e sostenibili, ottimizzando al contempo la gestione delle risorse e delle infrastrutture.

B.K. Srl “Diver+”
Partner: Drafinsub Srl, EES Spa, Sirelab Srl, Università degli Studi di Genova

Il progetto DIVER+ intende studiare, progettare e realizzare un innovativo ed avanzato sistema indossabile dianalisi biometrica puntuale, utilizzabile in ambiente subacqueo, che permetta di monitorare e valutare in temporeale la performance del diver in immersione.Il sistema DIVER+ ha due principali scopi d’uso.Nel primo caso, esso permette di operare un esame seriale delle capacità e dello stato di salute del diver, durante la fase di immersione, fornendo misurazioni esatte sui principali parametri biologici, evitando così di affidarsi esclusivamente all’esperienza e alla sensibilità del supervisor che è in comunicazione verbale con ildiver. L’utilità prescinde dalle valutazioni del supervisor, e si rivela importante per le autovalutazioni dello stesso diver, il quale acquista perciò una maggiore consapevolezza del proprio comportamento, riducendo il livello di stress, che è la causa principale della “fatigue” (spossatezza non proporzionata all’attività fisica svolta, ma derivante da componenti emotive e fattori di stress) durante il periodo di immersione.Da una prima analisi dello stato dell’arte noto, non risulta l’esistenza di analoghi sistemi basati su dati oggettivi individuali che sia stato validato scientificamente. Nel secondo caso, una configurazione completa del sistema ha l’obiettivo di consentire valutazioni di carattere preventivo sullo stato di salute e sulle prestazioni dei diver, operate a supporto delle valutazioni mediche volte al rilascio di certificazioni professionali o sportive. Queste si basano su uno screening che documenta la specifica reattività del soggetto esaminato alla somministrazione di gas tecnici a diverse profondità e sue eventuali reattività particolari che possono sconsigliare il proseguimento dell’attività o di particolari profili immersivi. Tali esami, preventivi e seriali, rappresentano, di fatto, un elemento fondamentale per garantire la capacità dei diver di svolgere le proprie attività in piena sicurezza.

Caim New Economy Srl “Argonautic”
Partner: BK Srl, Genoa Fieldbus competence centre Srl, EES Spa, Università degli Studi di Genova

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L’obiettivo principale di ARGONAUTIC è di fornire un sistema di supporto alla gestione delle fasi critiche della navigazione, come ad esempio  durante le manovre all’interno dei porti e il transito attraverso i canali, con possibilità di suggerire strategie predittive efficaci, anche in assenza di segnale GPS. Il filtraggio dei dati acquisiti dai sensori di bordo e dai sensori specifici installati sul sistema sperimentale, sarà principalmente basato su tecniche di osservazione basati sui modelli cinematici, per esempio come Filtri di Kalman, che consentono, grazie ad una moderata conoscenza delle cinematiche coinvolte, di operare azioni di filtraggio dei segnali non necessari al controllo dei soli moti di interesse e stimare, con intervalli di tempo prefissati, le posizioni dei mezzi anche in assenza di strumenti di misura. Al meglio delle nostre conoscenze, questa tipologia di sistema è oggi richiesta solo da recenti regolamentazioni e solo in limitate aree specifiche (es. Canale di Panama) alle grandi navi commerciali, a cui è prescritto l’utilizzo di sensoristica avanzata, ma lo scenario futuro sembra delinearsi in questo senso verso una sempre maggiore adozione di sistemi di questo tipo per garantire la sicurezza della navigazione ed il progetto ARgoNautic si propone di anticipare i tempi, sviluppando una soluzione in grado non solo di implementare funzionalità avanzate di rilevamento delle condizioni operative dei natanti, ma anche di colmare un gap tecnologico che riguarda proprio l’integrazione delle diverse tecnologie già oggi disponibili, in modo da fornire agli operatori di bordo (ed eventualmente anche di terra) visualizzazione sintetica dell’ambiente circostante particolarmente utile soprattutto per la gestione dei mezzi in scenari critici

Laghezza Spa “Deus for Green Sea-Land Logistics”
Partner: Circle Group Spa; NSI Srl; IDATA

Il progetto denominato “DSS & ESG reporting unique solutions for green sea-land logistics (DEUS for green sea-land logistics)” ha ad oggetto la definizione, lo sviluppo sperimentale e il testing del design complessivo di un Decision Support System (DSS) di tipo “ESG” (Environmental, Social & Governance), basato su una pluralità di dashboards inclusive di KPIs atti a misurare la performance della supply chain della sea-land logistics secondo un approccio “Triple Bottom Line” (TBL). Più nel dettaglio, si propone di promuovere un percorso di miglioramento delle performance di sostenibilità nelle filiere logistiche intermodali mare-terra, integrando il paradigma ESG (Environmental, Social, Governance) nelle dinamiche operative e strategiche. Inserendosi in un contesto di rilevanza cruciale per il tessuto economico e sociale regionale, l’iniziativa ambisce a superare le criticità ambientali, sociali ed economiche che caratterizzano tradizionalmente il settore, favorendo una gestione più consapevole e sostenibile delle attività logistiche.
Elemento distintivo del progetto è l’introduzione di sistemi di supporto decisionale altamente flessibili e scalabili, progettati per rispondere alle esigenze dei molteplici attori della filiera. Questi strumenti, sviluppati attraverso tecnologie avanzate come Power BI e Power Query, permettono la raccolta, gestione e visualizzazione intuitiva dei dati, facilitando decisioni informate e in linea con il paradigma ESG.
L’iniziativa assume inoltre una valenza innovativa in ragione dell’approccio integrato che il partenariato intende adottare, allo scopo di superare la tradizionale frammentazione del settore logistico, promuovendo una visione collaborativa e condivisa tra porti, retroporti, operatori logistici e altri portatori di interesse. L’interoperabilità tecnologica e la condivisione di know-how rappresentano i pilastri di una strategia volta a rafforzare la competitività e la resilienza del sistema logistico regionale.

H2Boat “Sailing to Zero”

Il progetto Sailing to Zero si inserisce nelle tematiche dell’area di specializzazione intelligente delle “Tecnologie del mare”, in particolare nei settori Tecnologie marittime e Tutela e valorizzazione dell’ambiente marino-costiero. L’obiettivo è quello di supportare l’immissione sul mercato del prodotto “Energy Pack”, in fase di sviluppo presso la H2Boat srl, attraverso lo sviluppo del Proof Of Concept installato a bordo di Nikita, una barca a vela con energy pack, sistema di propulsione elettrico e pannelli fotovoltaici, sino al livello di MVP (Minimum Viable Product), per renderlo disponibile agli utilizzatori finali e dimostrare così la funzionalità dell’energy pack a idrogeno di H2Boat. La barca oggetto del progetto sarà dotata di strumentazione per eseguire la raccolta e la registrazione di dati ambientali marini, aggiungendo valore al progetto ed incentivando l’utilizzo dello scafo anche oltre la durata prevista del progetto.

Euroguarco Spa “Studio e Sviluppo di innovativa schiuma per coibentazione termo-acustica”
Partner: GerriBoats, Wolf Dynamics Srl, Vulkan Italia Srl, Azimut | Benetti Spa, Detra Srl

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Il progetto prevede lo studio e l’implementazione di un processo innovativo per l’assemblaggio tramite incollaggio di componenti in materiale composito, che si basa su tecnologia con Robot collaborativo (Cobot). Si intende sviluppare un’isola automatizzata che applicherà adesivo strutturale in modo preciso e ripetibile, migliorando la qualità e riducendo gli errori nei prodotti finiti. Il nuovo sistema concorrerà alla produzione di canali di areazione ultraleggeri destinati principalmente all’industria ferroviaria e navale, semplificando e coadiuvando il lavoro dell’operatore grazie all’uso di un software CAD-CAM per definire e replicare i layout di incollaggio. Grazie a procedure digitalizzate ed automatizzate, il nuovo processo soddisferà i requisiti normativi legati al mondo dei processi speciali, e porterà anche ad un significativo aumento dell’efficienza produttiva ed alla riduzione dei costi.

Verme Project “The GerrisBoats Prototype”

Il programma d’investimento proposto, mira a progettare e sviluppare un nuovo tipo di piattaforma scafo per imbarcazioni, derivata da un particolare aliscafo ibrido a geometria variabile di tipo “SWASH” (Small Waterplane Area Single Hulls) per il quale una serie di brevetti recentemente depositati dalla capofila e dal partner Gerrisboats hanno risolto il problema dell’eccessivo pescaggio, aumentando al contempo efficienza e funzionalità. L’innovativa soluzione, che ad oggi è stata sperimentata solo su scala ridotta, è in grado di unire l’affidabilità e le prestazioni degli scafi tradizionali alle basse velocità con l’elevata efficienza e comfort tipici degli aliscafi ad ala immersa, ad alta velocità, attraverso un sistema di propulsione anch’esso particolare, costituito da un corpo immerso siluriforme ed intercambiabile, che tramite opportuni attuatori può essere movimentato in altezza con lo scopo di ridurre il pescaggio in basso fondale o in porto e di garantire elevata efficienza propulsiva nelle diverse condizioni.  Grazie alla particolare configurazione, inoltre, il sistema propulsivo immerso risulta idoneo ad impiegare motori di tipo elettrico o comunque ad impatto ambientale pressoché nullo, rendendo questo tipo di mezzo ideale per gestire la movimentazione delle persone in aree marine di pregio o protette o anche in acque confinate.

Itacat “Ricerca e Sviluppo Rst24100 – Sistema di abbattimento del black smoke attraverso un filtro metallico parziale a mesh lavabile ad acqua”

Il progetto finanziato si propone di sviluppare un sistema innovativo di filtrazione dei fumi, mirato a migliorare l’efficienza e la sostenibilità ambientale delle operazioni marittime. Questo sistema impiega una maglia metallica altamente porosa, progettata per resistere alle estreme temperature e capace di essere lavata internamente con un getto d’acqua ad alta pressione, senza pregiudicare il funzionamento del motore sul quale è applicato.
Tale tecnologia rappresenta un’importante evoluzione rispetto ai filtri convenzionali, come i DPF, dove pur non ottenendo una efficienza di filtrazione estrema, offre grandi vantaggi in termini di ingombri e di tempi di manutenzione. Normalmente i filtri DPF sono catalizzati, in modo che la temperatura di rigenerazione termica di questi sia significativamente abbassata da 600° a circa 400°C con un conseguente risparmio energetico. L’utilizzo di combustibili pesanti quali HFO, caratterizzati da una elevata presenza di zolfo nel combustibile (fino al3,5% m/m) contribuisce, insieme ad altri composti i presenti al suo interno, ad una rapida de-attivazione dei filtri catalizzati.
Gli ossidi di Zolfo (SOx) nei fumi inoltre vengono ossidati a cavallo del filtro da SO2 a SO3 producendo un fumo persistente al camino, caratterizzato da un odore sgradevole. Inoltre, la presenza di inerti, provoca una durata del filtro prima dell’intasamento estremamente ridotta. L’applicazione di questo sistema di filtrazione meccanico e privo di catalizzatori non risente del tipo di combustibile utilizzato, né delle temperature di esercizio. E’ particolarmente vantaggiosa per le navi durante le manovre e l’attracco in porto, dove l’emissione di fumo nero può essere maggiore causando impatti ambientali significativi sulla popolazione costiera.

Fincantieri Spa “Deep See Probe”
Partner: CETENA, Fincantieri NEXTECH, Graaltech, ELTEC, Leonardo Sistemi Integrati

Il progetto è volto a realizzare un sistema subacqueo AUV (Autonomous Underwater Vehicle) per l’esplorazione e il monitoraggio del volume d’acqua e dei fondali, fornendo informazioni preziose per la presa di decisioni informate in ambiente rilevante. Si mira a sviluppare un prototipo sperimentale in grado di operare a profondità superiori i 3000 m, con un TRL finale di 6 (tecnologia dimostrata in ambiente rilevante). L‘architettura fisica e funzionale del sistema sarà studiata per essere integrabile su altre piattaforme, modulare e riconfigurabile per adattarsi a differenti  missioni di monitoraggio e sorveglianza in modo robusto e allineate alle nuove esigenze europee e nazionali.

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Leonardo Sistemi Integrati “Sistema Acustico per la Sicurezza delle Aree Portuali”
Partner: Graal Tech, CO.L.MAR,

Il progetto si inquadra nel settore Tecnologie del Mare, nel sub-settore “Logistica, sicurezza e automazione nelle aree portuali”. Per proteggere un porto da possibili minacce subacquee si propone lo sviluppo di un sistema acustico che abbia capacità di scoprire e segnalare, in modo automatico, la presenza di intrusi in un’area prospicente la sua imboccatura (ed eventualmente al suo interno, aumentando la copertura con più sensori). Sotto la supervisione di un operatore, il sistema avrà la capacità di guidare automaticamente un AUV sino al contatto precedentemente rilevato, attivando così la fase finale di identificazione, automatica o manuale, e dissuasione. È opportuno precisare che il veicolo AUV, che fa parte del sistema, non dovrà fare pattugliamento, il suo intervento sarà limitato alla corsa che lo porterà in prossimità del contatto, alla trasmissione delle immagini video, acustiche e visive, del contatto stesso, e al suo inseguimento nel caso di concreta minaccia. Il progetto proposto dà continuità al progetto già sviluppato, ottenendo risultati soddisfacenti, nel POR FESR 2014-2020, con il quale è stato possibile validare una parte della tecnologia, quella relativa al sonar, che si intende utilizzare. In questo nuovo progetto si vogliono migliorare le prestazioni del sonar, attraverso lo sviluppo di nuovi algoritmi, per la classifica di target reali, necessari per minimizzare i falsi allarme, e si vogliono esplorare nuove tecnologie per migliorare la scoperta e classifica sotto costa, e per consentire l’identificazione della minaccia. Il progetto richiederà una consistente attività di Ricerca Industriale, da parte dei quattro partner, finalizzata a sviluppare un progetto che soddisfi i requisiti funzionali e prestazionali, concentrata in particolare sugli aspetti innovativi che lo caratterizzano (algoritmi, sistema acustico di scoperta sotto costa, sensori per l’identificazione). Il progetto richiederà anche una attività di Sviluppo Sperimentale per la realizzazione di un Dimostratore con il quale sarà possibile verificare, nell’ambiente marino reale, e con target reali, le funzionalità previste.

On Air Srl “Bivios”
Partner : PM_TEN, Idata, Outdoor Portofino, Consorzio TRAIN (organismo di ricerca)

Il progetto BIVIOS fornisce informazioni utili per la gestione ambientale degli allevamenti di bivalvi, tramite una piattaforma di servizi informatici da offrire agli operatori, di facile accesso e immediata comprensibilità. Vengono impiegati dati eterogenei come quelli prodotti da campagne di monitoraggio, le previsioni di modelli meteo-marini, mappe desunte da dati satellitari, nonché l’osservazione diretta dello stato dei siti tramite camere subacquee. La raccolta dei dati permette di supportare gli interventi di mitigazione dei possibili effetti negativi sulla molluschicoltura. In parallelo, il progetto prevede la realizzazione nel sito di Portofino di un sistema pilota per la co-coltivazione ed allevamento di diverse specie algali. Tale sistema, strutturato su più livelli, permette di ospitare diverse specie di interesse per il ripristino ambientale.

Non presente, ma finanziati:

Sanitrade “Vacuum monitoring system”
Partner: Engineering Computer Design Srl, Progetto Automazione Srl, Università degli Studi di Genova

 Il progetto prevede il completamento della fase di progettazione e la completa industrializzazione di un impianto di monitoraggio delle toilet sottovuoto normalmente installate a bordo delle navi. L’idea nasce dal fatto che una nave da crociera che ha circa 2000 bagni installa , ogni giorno riceve dai clienti circa 100 chiamate per malfunzionamenti sulle toilette. Con il sistema di monitoraggio in oggetto è possibile prevenire questi interventi e consegnare ai clienti le cabine con le toilette perfettamente funzionanti. L’oggetto dello studio è quindi un sistema di monitoraggio delle principali componenti installate normalmente nelle toilette sottovuoto composto da sensori che generano dei segnali ogni qualvolta rilevano valori anomali e/o quando vengono direttamente interrogati dall’esterno. I sensori, contenuti in una scatola di esigue dimensioni, ed alimentati a batteria per evitare di fare cablaggi elettrici in questo impianto pneumatico trasmettono i segnali via onde radio ai raspberry installati ogni tot numero di toilet. Questi raspberry raccolgono i dati e li inviano via cavo all ’unità centrale di controllo dove viene monitorato il corretto funzionamento e dove vengono generati gli allarmi. Il sistema di monitoraggio, completamente autonomo e non cablato (non è necessario utilizzare corrente elettrica ) prevede anche la rilevazione dei valori del vuoto sulle tubature della nave, tramite apposito apparato contenente un sensore del vuoto. Questo facilita agli operatori l’identificazione delle mancanze e/o perdite del vuoto nelle tubazioni, i quali possono andare ad agire immediatamente. Il potenziale mercato è quindi molto ampio soprattutto per il settore navale in quanto gli armatori stanno cercando una soluzione innovativa che consenta di fornire ai passeggeri un alto standard di qualità nelle cabine. Con un prezzo molto ridotto infatti sarà possibile installare questo sistema. FINALITA’ Il progetto si propone di sviluppare una soluzione tecnologica che ad oggi non esiste sul mercato, ossia un sistema a basso costo e di facile installazione, in grado di monitorare lo stato ed il funzionamento delle vacuum toilet installate a bordo delle navi passeggeri, attraverso il quale sia possibile verificare da remoto lo stato di ciascun apparato e pianificare/gestire gli interventi in modo tempestivo, soluzione che ad oggi non è presente sul mercato. Il progetto si inserisce pienamente tra gli obiettivi specifici e le traiettorie tecnologiche del Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, in quanto tra gli scopi di quest’ultimo vi è quello di sostenere, valorizzare e sponsorizzare prodotti tecnologici nel settore dell’industria e gestione navale.

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Creazione dei moduli aereo e sottomarino, con fibre naturali, aggiuntivi allo scafo base a guida autonoma (previsto impatto zero).





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